AI Act e GDPR sinergie e sovrapposizioni per una compliance integrata
- Elena Pollastrini

- 4 nov
- Tempo di lettura: 3 min
L’arrivo dell’AI Act europeo segna un punto di svolta per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale.
Ma come si integra con il GDPR e le normative sulla privacy? Analizzando le principali sovrapposizioni e sinergie tra i due regolamenti vediamo come le aziende possono sviluppare un approccio di compliance unificata che garantisca sicurezza, trasparenza e fiducia.

AI Act: un nuovo pilastro per la governance dell’intelligenza artificiale
Con l’AI Act, l’Unione Europea introduce un quadro normativo innovativo per regolare l’uso dell’intelligenza artificiale, basato su un approccio risk-based.
L’obiettivo è bilanciare innovazione tecnologica e tutela dei diritti fondamentali, definendo quattro categorie di rischio:
Rischio inaccettabile – sistemi AI vietati, come la manipolazione comportamentale o il riconoscimento facciale in tempo reale.
Alto rischio – applicazioni dell’AI in settori sensibili (lavoro, sanità, istruzione, PA).
Rischio limitato – obblighi di trasparenza nei confronti dell’utente circa l’utilizzo di AI.
Rischio minimo – uso libero dell’AI, ma nel rispetto dei principi etici e di sicurezza.
Per i sistemi ad alto rischio, il regolamento prevede requisiti stringenti: qualità dei dati, trasparenza, sorveglianza umana e robusta documentazione tecnica.
AI Act e GDPR: due regolamenti, un obiettivo comune
L’AI Act e il GDPR condividono una visione comune: proteggere i diritti delle persone nell’uso delle tecnologie digitali. I due regolamenti, inoltre, si fondano sugli stessi principi: accountability, per cui le aziende devono dimostrare la conformità e la gestione consapevole dei rischi; privacy by design e by default, secondo il quale la tutela dei dati deve essere integrata fin dalla progettazione dei sistemi di AI; trasparenza, che garantisce all’utente di sapere quando interagisce con un sistema automatizzato; sicurezza, per proteggere dati e algoritmi da accessi non autorizzati.
Il GDPR tutela i dati personali delle persone fisiche, mentre l’AI Act regola lo sviluppo e l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale; insieme, garantiscono che l’IA sia usata in modo sicuro, trasparente e rispettoso dei diritti fondamentali.
Sovrapposizioni pratiche: DPIA e AI Impact Assessment
Uno dei punti più rilevanti di contatto tra AI Act e GDPR è la gestione delle valutazioni d’impatto.
Il GDPR introduce la DPIA (Data Protection Impact Assessment) per i trattamenti che comportano rischi elevati, L’AI Act, parimenti, richiede una AI Impact Assessment per i sistemi ad alto rischio.
Le aziende possono quindi integrare i due processi in un’unica analisi coordinata, che valuti contemporaneamente: gli impatti sulla privacy, i rischi algoritmici e di sicurezza e le misure di mitigazione e controllo. Questo approccio semplifica la governance e rafforza l’accountability.
La centralità della qualità dei dati
Entrambi i regolamenti pongono grande enfasi sulla qualità e provenienza dei dati; un dataset inaccurato o distorto può generare risultati discriminatori e violare i principi di correttezza del GDPR, ed è per questo che le aziende devono implementare i controlli su legittimità e trasparenza della raccolta, stabilire criteri di minimizzazione e aggiornamento dei dati, prevedere processi di monitoraggio dei bias e di validazione dei modelli.
La governance dei dati diventa così un elemento strategico per garantire sia conformità normativa sia affidabilità tecnologica.
Cybersecurity, privacy e AI: un ecosistema normativo integrato
L’AI Act, il GDPR e la direttiva NIS2 (insieme al regolamento DORA per il settore finanziario) formano un sistema coerente di norme per la sicurezza digitale: Il GDPR tutela i dati personali; la NIS2 impone misure di sicurezza informatica e gestione del rischio; l’AI Act regola la sicurezza, la trasparenza e la tracciabilità dei sistemi di intelligenza artificiale.
Le aziende che adottano una strategia di compliance integrata riescono a gestire in modo efficiente obblighi diversi ma complementari, riducendo così il rischio di sanzioni e aumentando la fiducia di clienti e stakeholder.
Da obbligo a opportunità: la compliance come leva competitiva
L’introduzione dell’AI Act rappresenta sicuramente una sfida, ma è anche una grande opportunità per le imprese europee. Infatti, integrare AI Act, GDPR e cybersecurity in un unico framework significa riuscire a migliorare la governance dei dati e dei processi automatizzati, rafforzando allo stesso tempo la trasparenza e quindi e la fiducia degli utenti, permettendo in questo modo all’azienda di posizionarsi nel mercato digitale come organizzazione etica e responsabile. Approcciarsi alla compliance in modo proattivo non è solo una forma di tutela, bensì un investimento in reputazione e competitività.
L’AI Act e il GDPR non devono essere visti come normative separate, ma come parti di un ecosistema comune che promuove l’innovazione responsabile.
Le aziende che sapranno integrare privacy, sicurezza e intelligenza artificiale in una visione unitaria potranno affrontare le sfide normative con maggiore serenità e trasformarle in un vantaggio strategico.
Se la tua azienda utilizza o sta valutando soluzioni di intelligenza artificiale, è il momento di prepararsi all’AI Act. Il nostro team di esperti in compliance, privacy e cybersecurity può aiutarti a:
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